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La storia vera della “riscoperta” della Cisterna Romana di via Comandante, raccontata da un testimone involontario - Ass. Cala Felci

La storia vera della “riscoperta” della Cisterna Romana di via Comandante, raccontata da un testimone involontario

Non so se fosse il 2010 o il 2011, ma ricordo benissimo quella mattina d’inizio estate in cui incontrai il vecchio amico Giuseppe De Luca, mentre ero sprofondato su una delle poltroncine di vimini del bar Welcom’s per il mio primo caffè della giornata.
Giuseppe, lo dico per i giovanissimi, è un ponzese trasferitosi ormai da anni in Brianza. Alla fine degli anni 60 conobbe una bella turista di nome Carla. Sbocciò tra i due quello che all’inizio sembrava un amore estivo. Ma non era un amore estivo, era un amore vero, così forte da indurlo a lasciare l’amata Ponza per seguire Carla e sposarla. Ricordo, che Giuseppe era un giovane brillante e pieno d’iniziative. Grande pescatore subacqueo, nel 1965, realizzò tra le altre cose, insieme al compianto Gennaro Mazzella, direttore dell’ufficio postale di Le Forna, la indimenticata rivista “Ponza Mia”. Chi ha avuto la ventura di leggere quella pubblicazione, che, purtroppo fu in edicola per solo due anni, ha potuto constatare quanto grande fosse l’amore di Giuseppe per la propria isola. Amore che non è mai venuto meno. Infatti Giuseppe – qualche anno dopo il matrimonio con Carla e la nascita di Tommaso – riuscì a comprarsi una casetta a Le Forna, per avere la “scusa” di tornare a casa, tutti gli anni.
Dopo aver sorseggiato insieme il caffè e scambiata qualche frase, sul tempo e i turisti che sono aumentati e i pesci diminuiti, Giuseppe mi manifestò alcune sue preoccupazioni circa i lavori di risanamento di una sua vecchia proprietà in via Comandante, che rischiava di crollare per via alcune infiltrazioni. Aggiunse – chiedendomi un consiglio su dove rivolgersi – che si stava recando in Comune per chiedere l’autorizzazione ad aprire un varco provvisorio nel muro con il quale era stato a suo tempo occluso, dal Comune stesso, l’ingresso della “Cisterna Demaniale di via del Comandante”, per potervi effettuare un sopralluogo al fine di valutare l’origine delle infiltrazioni.Via-Dietro-al-Comandante
Gli dissi che – trattandosi di un bene “demaniale” – forse sarebbe stato opportuno rivolgersi all’assessorato al Demanio, all’epoca retto dal comune amico Franco Schiano. Decidemmo di salire insieme dall’assessore che ci ricevette nel suo ufficio.
Nel corso del colloquio con Giuseppe, profondo conoscitore dell’isola e della sua storia, l’assessore ed io apprendemmo che la “Cisterna Demaniale di via del Comandante” faceva parte del complesso sistema di cisterne di Ponza, funzionali al mirabile regime idraulico dell’isola ai tempi dei romani (quelli antichi, non i pariolini). Giuseppe, che tra l’altro era stato amministratore ai tempi del Sindaco Sandolo, aggiunse che lui ricordava come quella cisterna fosse stata utilizzata come deposito idrico fino agli anni 50, quando fu dismessa a seguito di infiltrazioni fognarie.
Dal racconto di Giuseppe, l’assessore comprese che forse c’era l’occasione di riscoprire una cisterna Romana a due passi dalla piazzetta, al centro del paese.
Schiano volle che lo accompagnassimo subito sul luogo per meglio comprendere l’ubicazione di quello che – secondo lui – prometteva diventare un magnifico sito archeologico e forse anche per valutare de visu, tutte le eventuali conseguenze derivanti della riapertura del vecchio ingresso murato.
Tornati dal sopralluogo, l’assessore, firmò l’autorizzazione a procedere alla riapertura del varco a spese di Giuseppe e a condizione che l’operazione avvenisse in presenza di un tecnico comunale, onde evitare eventuali danni alla “cisterna demaniale.” Cosa che avvenne, secondo le prescrizioni, qualche giorno dopo.Cisterna Romana di via Corridoio .prop.comunale
Nella cisterna scesero il geometra Pio Di Meglio e l’archeologo Cristiano Mengarelli, all’epoca mi sembra collaborasse con la dott.ssa Annalisa Zarattini della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio. So per certo che fu fatto un dettagliato rilievo del sito, oltre a una serie di foto e alcune sequenze filmate.
L’idea era quella di procedere al recupero ai fini di una fruizione museale del sito ma… i fatti del settembre 2011, mandarono l’idea in soffitta fino all’annuncio di qualche giorno fa.

Il Testimone Involontario

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