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Le mura raccontano - Ass. Cala Felci

Le mura raccontano

L’interesse dei monaci verso le Isole Ponziane, soprattutto dell’isola di Ponza, ebbe inizio nel 503 con un concilio di 119 vescovi, nel quale si accusava di eresia il Pontefice Simmaco.
Tuttavia per trovare i primi cenni di monaci residenti a Ponza, è necessario guardare al monachesimo benedettino, quando San Benedetto, tra il 520 e il 530, fondò le prime abbazie a Montecassino e a Subiaco organizzate sulla regola benedettina “ora et labora” (prega e lavora).
In breve tempo misero piede anche sulle isole, in quanto i monaci trovarono adatti quei luoghi così appartati ed isolati dal resto del mondo, dove trovarono,oltre alla sicurezza fisica, anche la pace dell’anima.
Le isole divennero rifugio di uomini in fuga e di eremiti alla ricerca di un bene superiore.
Nel momento difficile della decadenza dell’impero romano, mentre franava da ogni parte per le vittorie riportate dai barbari, esse diventarono asilo di uomini che all’incertezza e all’angoscia di un mondo in dissoluzione, avevano preferito il silenzio della meditazione e la ricerca dell’eternità.
Successivamente, con l’incremento dei monaci eremiti favorì la nascita di diverse abbazie sulle isole,le quali divennero un fiorente centro del monachesimo, soprattutto benedettino.
In particolare l’isola di Ponza divenne una sorta di terra benedetta dal martirio dei santi, in particolare di Flavia Domitilla, la più illustre delle donne, esiliata a Ponza da Domiziano dove morì dopo un lungo martirio.
Una tradizione fa risalire la fondazione del primo monastero delle Ponziane, grazie all’esilio a Ponza di San Silverio, egli fu cacciato dal vescovo di Patara, poi l’amico Giustiniano, ritenne ingiusta l’azione e lo richiamò a Roma per sottoporlo a regolare processo. Durante il viaggio di ritorno su una nave, all’improvviso sopraggiunse una tempesta e la nave affondò. Papa Silverio si aggrappò ad un pezzo di legno con le poche forze residue, sul quale si addormentò. Ad un certo punto si trovò su una spiaggia di ghiaia di un isola, privo delle sue vesti da papa, incominciò a camminare in un sentiero, si girò e vide uno spettacolo straordinario: una baia vuota, priva di presenza umana, si incantò alla distesa di verde con botte di fiori, qua e là, incastonata tra l’azzurro del cielo e il turchese del mare. L’isola nei primi giorni gli sembrò il paradiso, ma quando incominciò a sentire i morsi della fame e la sete incominciava a predominarlo, incominciò ad aguzzare la vista nella speranza di vedere un imbarcazione in lontananza. Dopo quattro giorni non credeva alla sua vista, avvistò una nave nella contentezza non si accorse che erano dei barbari i quali lo presero, lo esiliarono e lo fecero morire di stenti. Qualcuno non si sa bene chi, ebbe pietà di quella salma e della sua storia, poiché da papa fu finito martire ed esiliato, capì che aveva sofferto solo per essere stato un cristiano, fino in fondo, senza utilizzare il potere che la posizione di papa gli conferiva. Così quei pescatori presero le sue spoglie e lo santificarono, portandolo in processione ogni anno il 20 giugno, di generazione in generazione è diventato il Santo Patrono di un isola bellissima.

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