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Danilo Conte, l’ultimo colono - Ass. Cala Felci

Danilo Conte, l’ultimo colono

L’altro giorno su fb mi sono imbattuto per caso in un post di Danilo Conte che pubblicava una foto di una nicchia scavata nel tufo con vari contenitori  di vetro pieni di prodotti della terra come fave, cicerchie, piselli, capperi ed altro. La didascalia diceva: Prodotti di nicchia o dind a nicchia? Una battuta spiritosa a cui mi  è venuto spontaneo  sorridere, mettere un bel like e commentare: Ecco perché si chiamano cosi! Una simpatica sosta mentre scorri le pagine che l’algoritmo di fb ti propone? Un incontro casuale sul web come tanti? Non in questo caso. Sono rimasto a sfogliare la pagina fb di Danilo, mentre nella mia mente è cominciato a scorrere il film dei ricordi: di una bellissima giornata di primavera trascorsa da lui insieme ad altri cari amici qualche anno fa con la scusa di una carciofata. Chissà, forse inconsciamente cercavo le immagini di quella lontana giornata. Invece ho scoperto o meglio riscoperto una persona speciale e rara.

Metti un giovane ponzese con la passione per la natura,  una grotta  – ereditata dal nonno  – con vista su Palmarola e dominante  la valletta o meglio il cavone (in ponzese)  detto dei Faraglioni, un bel pezzo di terra fertile e soleggiato con un’antica vigna di pregiato Biancolella; aggiungi l’amore sviscerato per la propria isola, le antiche  tradizioni  e una vera e propria vocazione per vivere sano e genuino, supportata da una notevole manualità.  Eccolo Danilo Conte, un bell’uomo di 41 anni scapolo. Gli piace vivere in simbiosi con la natura, ma non è affatto un misantropo, anzi ama la compagnia e apprezza  le belle donne.  Nonostante le diverse opportunità che il turismo offre ai giovani ponzesi in questi ultimi anni, il nostro ha fatto una scelta alternativa: ha deciso di vivere come vivevano i primi coloni Borbonici dell’isola. Mangia i prodotti della sua terra, beve il vino della sua vigna, integra con la caccia e con la pesca. Un pezzo unico e prezioso, quasi da conservare in un museo antropologico per non perderlo.

IL FOTOSTORIA DI DANILO:

 

 

 

 

 

La casa grotta del nonno                                           panorama vista Palmarola

 

 

 

 

 

con amici                                                                  il pane è nel  forno

 

 

 

 

 

 

il grano e la vigna                                                                   le ginestre per legare la vite

Il pane è pronto fresco e profumato.

Il pane c’è. Basta farsi un giro in campagna dove troviamo, uva, fichi, more e fichi d’india. E La colazione è servita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’origano è stato raccolto, adesso è tempo di seccarlo.

L’aglio è già pronto ed insertato.

 

 

E’ tempo di raccogliere le cipolle. Sono belle grandi : è una buona annata.

 

                                              La patata non deve mai mancare                    Anche la cicerchia, è essenziale per il giusto apporto di proteine.                       La raccolta è stata buona adesso bisogna pulirle dalla pula.Eccole: fave e cicerchie pulite e pronte per essere conservate per l’inverno nella… nicchia.Ecco i famigerati prodotti di nicchia… o dint’a nicchia?

La pesca integra i prodotti della terra, insieme alla caccia:

Ecco questo in pochi scatti è la vita di Danilo, più o meno è la stessa degli antichi coloni con i quali i Borbone vollero colonizzare l’isola di Ponza nel 1734.

 

Chiudiamo con una curiosità suggerita dallo stesso Danilo che dice di se: “Un anagrama di Danilo Conte è EL CONTADINO. Si vede che era destino”. IN NOMEN OMEN dicevano i latini.

fs

 

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