“Il Resto di Niente” di Enzo Striano: grande romanzo di un autore legato a Ponza

 

                                               Enzo e Mimma Striano

Il romanzo Il Resto di Niente esce nel 1986 a Napoli – città periferica rispetto ai circuiti culturali ed editoriali che contano-  per i tipi di una piccola casa editrice specializzata in testi scolastici; l’autore, Enzo Striano, è  un fine intellettuale napoletano il cui nome è estraneo ai circuiti di cui sopra.
Le condizioni perché la pubblicazione passi inosservata ci sono tutte; di premi importanti, neanche a parlarne. Sennonché l’opera è straordinaria, si innesca un efficace passaparola tra i lettori, le ristampe si susseguono, arrivano le prime recensioni entusiastiche.
Trent’anni dopo il romanzo continua ad essere letto e amato, vanta una trasposizione cinematografica, è unanimemente riconosciuto come uno dei testi più significativi della narrativa italiana. Scrive Corrado Augias: “Il Resto di Niente è grandissimo romanzo, denso e movimentato, di grande lettura, che richiama I Vicerè di De Roberto e Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.” Le due note che seguono sono tratte dall’edizione più recente del romanzo (Mondadori, 2016).

                                                    Enzo Striano

  1. Enzo Striano (Napoli 1927-1987) è stato giornalista, insegnante e direttore di collane di didattica. Ha diretto la rivista «Incentivi» e ha collaborato a vari quotidiani e programmi televisivi. Ha pubblicato i romanzi I giochi degli eroi (1974), Il delizioso giardino (1975), Indecenze di Sorcier (1978) e Il resto di niente (1986). Postumo è uscito Giornale di adolescenza (2000). Ha vinto i premi letterari Pannunzio, Pozzale, Castellammare, Calabria.
  2. Protagonista de Il Resto di Niente è Eleonora de Fonseca Pimentel, portoghese di nascita ma napoletana d’adozione; fu poetessa, scrittrice e una delle prime donne giornaliste in Europa. Amica di intellettuali e rivoluzionari, da Vincenzo Cuoco a Mario Pagano, ebbe un ruolo di primo piano negli sfortunati moti partenopei del 1799. Il resto di nientene ricostruisce con straordinaria forza evocativa e con rigore storico la parabola di donna e di rivoluzionaria. A far da sfondo all’intensa avventura intellettuale di Eleonora c’è un’intera città, la Napoli di fine Settecento, capitale di un grande regno e centro di cultura, con le sue eterne contraddizioni e la sua struggente bellezza.

Dal momento che Il Resto di Niente è collegato, per almeno un paio di ragioni, alla nostra isola, ne parlo con due amabili signore informate dei fatti: Mimma – a cui l’opera è dedicata- e Apollonia Striano, docente di Letteratura Italiana e di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università Orientale di Napoli. Sono, rispettivamente, moglie e figlia dell’Autore.

                                      Il dottor Silverio Martinelli, padre di Mimma

Mimma (Gelsomina) Martinelli Striano è nata a Ponza; il padre Silverio era un medico noto e stimato.

  • Signora Mimma, quando ha conosciuto Enzo Striano?

Ci siamo conosciuti negli anni Cinquanta e sposati nel 1961, dopo cinque anni di fidanzamento. Io ero a Napoli per completare gli studi.  Dall’ultimo anno delle medie – e per i 5 delle superiori – sono stata convittrice presso l’istituto Santa Giovanna d’Arco. Dopo la maturità classica mi sono laureata  in Lettere e Filosofia

  •  Dopo il matrimonio avete mantenuto i contatti con Ponza?

– Per alcuni anni abbiamo trascorso a Ponza  parte delle vacanze estive e invernali, insieme ai nostri figli Maura, Daniele, Apollonia.

 

                   Lungomare di Sant’Antonio- palazzo Martinelli è l’ultimo a destra

  •  Suo marito avviò la stesura del romanzo nel 1978, lo ultimò nel 1982. Lei aveva intuito che si trattava di un capolavoro?-Quando ho letto la prima stesura del romanzo ho capito di trovarmi di fronte ad un’opera importante.  Mio marito aveva pensato di ricostruire letterariamente i personaggi e i temi della Repubblica Napoletana, spinto dall’avvicinarsi del bicentenario. Il suo punto di vista  coincideva con quello di Vincenzo Cuoco, che  leggeva con disincanto alcuni eccessi della rivoluzione e nello stesso tempo riusciva a recuperare anche gli aspetti positivi del governo borbonico (in particolare, quello di Carlo III). Cuoco avrebbe ipotizzato una soluzione diversa, più mediata ed equilibrata e forse per questo più stabile. Il romanzo ha ottenuto da subito un grande successo di pubblico, proseguito anche dopo la prematura scomparsa di Enzo, nel 1987. Nel 1999 l’anniversario della Repubblica napoletana  fu celebrato degnamente a Napoli e anche la figura e l’opera di Enzo furono oggetto di riconoscimenti: il romanzo vinse il Premio Napoli alla memoria.

              Anni Cinquanta: le ragazze di Ponza fanno il bagno nel porto

  •  Lei ha mai fatto notare a suo marito che il contesto di cui scriveva era quello in cui maturò il progetto di costruzione del porto di Ponza?

In verità non ci siamo mai soffermati su questo aspetto.
C’è “Nausicaa ed Odisseo”, un lungo racconto inedito di Enzo, la cui ambientazione a tratti rimanda  a Ponza che, a metà del secolo scorso, era bellissima e selvaggia; a Frontone le vigne lambivano la spiaggia. Io facevo il bagno nel Porto, da Sant’Antonio raggiungevo a nuoto il molo.

Apollonia aggiunge:
L’isola ha ispirato “Nausicaa ed Odisseo”; alcuni stralci rimandano – con le evidenti trasfigurazioni letterarie – a certe suggestioni di Ponza, la cui natura appariva a mio padre ben più forte e mediterranea di Capri e di Ischia.Apollonia ha scritto la prefazione de Il Resto di Niente per l’edizione Mondadori del 2016
Nei prossimi giorni pubblicheremo un fotoracconto sulla vita di Eleonora Pimentel Fonseca, protagonista del romanzo.

    copertina del libro

 Rita Bosso

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