A spasso nelle acque del Parco di Monte Orlando di Gaeta.

Adriano Madonna, noto biologo marino, l’altra mattina armato di una buona macchina fotografica, si è immerso nelle acque prospicienti il Parco di Monte Orlando ed è riuscito a fotografare la Coryphella pellucida un nudibranco eolidaceo piuttosto raro  nel nostro mare. Ecco la foto scattata a 23 metri di profondità nei pressi della Montagna Spaccata:

Quei “lapis” lungo il corpo sono branchie, organi respiratori, le due “corna” sono organi olfattivi. Si chiamano rinofori, letteralmente “portatori di naso”. La grandezza di questo nudibranco non supera i 3 cm.

I nudibranchi, minuscoli e coloratissimi

Fanno parte della grande famiglia dei molluschi a cui appartengono anche  polpi, calamari, ostriche, cozze, vongole, telline, tartufi, fasolare, cannolicchi, ecc. I nudibranchi sono dei piccoli molluschi gasteropodi che si possono immaginare come delle coloratissime lumachine. Questi organismi devono il loro nome alle “branchie nude” (dal latino nudus = nudo e dal greco brankhia= branchia) che portano sul dorso.

Quanti siano i nudibranchi in tutti i mari del mondo nessuno lo sa: si potrebbe azzardare addirittura l’ipotesi che ne sia stata classificata forse neppure la metà e infatti se ne vedono sempre di “nuovi”. Basta immergersi, ad esempio, sulle secche di Scilla, tanto per non andare troppo lontano, per avere qualche probabilità di trovarsi davanti a qualche “esserino colorato” mai visto prima.

I caratteri distintivi dei nudibranchi sono davvero tanti e alcune specie si differenziano per particolari davvero minimi. In ogni caso, ci basti distinguere almeno i doridacei dagli olidacei: i primi presentano una branchia ad alberello nella seconda metà del corpo opposta a quella del capo: una branchia come un pennacchietto respiratorio che l’animale ritrae al primo segnale di pericolo. Negli eolidacei, invece, gli organi respiratori non sono retrattili: una serie di appendici a punta, come matite, distribuite lungo il corpo del mollusco. Sulla testa, invece, sono ben evidenti due “corna”, ma si tratta di organi olfattivi: si chiamano, infatti,  rinofori, un termine composto che in greco significa “portatori di naso”.

I nudibrabchi dei generi Flabellina, Calmella e Cratena sono tra i più noti ai subacquei, così come le loro uova: minuscole sfere tenute insieme da un nastro mucoso.

A proposito di uova di nudibranco ecco due stupende macrofotografie scattate sempre dal nostro Adriano Madonna nella stessa immersione:

Quella che segue è una macrofoto di un particolare dello stesso uovo:

Viste le uova, adesso vediamo un accoppiamento tra due nudibranchi. La riproduzione, il più grande mistero della vita:

Quella che segue è la foto di un altro nudibranco:

Nudibranco doridaceo della specie Glossodoris valeciennesi

 

I colori vivaci e sgargianti di questo nudibranco  sono la sua strategia di difesa e si chiamano colori aposematici. Essi lanciano ai predatori un segnale di immangiabilità. In pratica avvertono che il proprietario di quei colori è velenoso. Questa è la strategia detta aposematismo da cui prendono il nome i colori detti appunto aposematici.

Non ci resta che ringraziare il nostro amico Adriano Madonna, per queste meravigliose foto  che ci ha voluto regalare e per le informazioni scientifiche relative. Insomma ha fatto quasi tutto lui, noi abbiamo messo solo la carta.

fs

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