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Inferno Europa - Ass. Cala Felci

Inferno Europa

di Antonio De Luca

Una pratica filosofica serve a comprendere criticamente il mondo, la bellezza e la tragicità dell’esistenza umana. 

La filosofia serve anche a porsi per una vita serena libera e felice.

Anche con la presenza dell’ideale greco, come suggerisce oggi il filosofo Umberto Galimberti. 

Il New York Times nel 2010, scriveva che la filosofia conta ancora. 

La filosofia è quell’attività viva di riflessione critica che serve ad analizzare il mondo in cui vive l’uomo. Hegel scriveva che attraverso domande difficili, inopportune, fuori moda, noi resistiamo ai tempi che viviamo.

Nietzsche scrive che il filosofo è un uomo senza tempo. 

La filosofia permette di cambiare idea attraverso il dialogo, che non è solamente un freddo scambio di opinione, come vuole fare la cultura della non-cultura attuale dominante.

 Attraverso il dialogo, si fa filosofia. La filosofia come la poesia va alle origini.           

Nessuna legge può essere sacra per me se non quella della mia natura. Giusto è solo quello che è in armonia con la mia natura, ingiusto e ciò che è contro di essa. Questo è un pensiero di Friedrich Nietzsche.  

Pier Paolo Pasolini scrive: Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui. 

Nel silenzio di un’alba primaverile. Perché anche il silenzio parla e dialoga.

Penso: Ma se la maggioranza delle persone che formano una società fossero a conoscenza e avessero fatto loro la saggezza del genio, di queste poche frasi. 

Il mondo e la società sarebbero così malandati? mi chiedo.

 Certamente non posso pretendere dall’attuale classe politica una cultura filosofica.

Loro, quando va bene, vengono dalla Università Bocconi, poi passano in America per il rituale indottrinamento. La scuola di economia della finanza fantastica. Perché bisogna venire dalla Bocconi e dalle scuole simili, per capire cosa i saggi politici economisti hanno combinato alla Grecia e all’Europa negli ultimi anni.

Per affamare un popolo bisogna avere particolai conoscenze, e una coscienza   particolarmente predisposta. E la Bocconi e scuole simili, per questo è stata istituita. E per ora fanno bene il loro mestiere purtroppo. 

Ma la gente, la stragrande maggioranza, cosa pensa di questo mondo. Di questa società Europa che ci hanno sbattuto davanti. 

Di questa Europa, di queste classi dominanti che legiferano e agiscono fuori dal controllo democratico dell’uomo. 

Di come vanno le cose, la gente è soddisfatta, è felice? 

E che tutto ci cade addosso, perché LO VUOLE L’EUROPA ci dicono di continuo. 

Come se fosse una giustificazione di chi ha fatto bene il compitino. A me sembra una risposta che quantomeno serve a ingannare. Approssimativa è fuori da qualsiasi logica per uno Stato sovrano.          Ricordo che Nietzsche disse che l’Europa è un malato, anzi un malato cronico.

E possiamo immaginare i tanti perché di queste malattie. Che si moltiplicano col tempo. 

Allora la mia mente torna indietro e va a scavare quello che illustri politici, grandi presidenti, grandi maestri del pensiero, filosofi, storici e poeti hanno pensato e detto di questo sistema Europa.

Perché è di sistema che ormai si tratta, quando si parla di Europa. Non un’unione di Stati, attraverso il quale far crescere i popoli, con la virtù, la cultura, la conoscenza, l’arte. 

Un’unione di popoli ognuno con le proprie identità. L’Europa pensata dai padri fondatori, proprio sulle nostre isole di Ponza e Ventotene. Ma un sistema politico e sociale che qualcuno ha deciso. Indipendentemente dalle persone che in questi stati vivono. 

Voglio pensare a quelle persone che su questa Europa hanno fatto e detto riflessioni ed emesse condanne inappellabile. 

Il primo che mi viene in mente è Sandro Pertini. Presidente della Repubblica, padre costituente, partigiano, socialista. Insomma uno che la Repubblica l’ha fatta. 

Già in un articolo sull’ Avanti del 30 giugno del 1949, Pertini denunciava le storture della nascente Europa. Scriveva: ormai è noto a tutti che questa unione europea e gli organismi derivanti dal piano Marshall non sono le libere espressioni dei popoli e delle loro esigenze. Tutto viene creato solamente in funzione antisovietica, con il solo scopo economico di fare di questa Europa un campo di sfruttamento della finanza americana. e questi popoli si trovano davanti a questi egoismi, la fame e la guerra. 

 Nei diari, desecretati qualche anno fa, di Altiero Spinelli, uno che l’Europa l’ha voluta, si legge che nel 1956 lui ebbe contatti con le lobby finanziarie americane e con il capo della Cia di allora.

Organizzarono un’associazione che si chiamava AQUEL. Questa finanziava, tra l’altro, il movimento federalista europeo. Compito di questi doveva essere il progressivo depotenziamento degli stati nazionali e le loro Costituzioni. 

L’Europa doveva servire soprattutto ad essere una piattaforma anti sovietica durante la guerra fredda. Naturalmente il tutto negli interessi americani. 

Questi cosiddetti americani penso. Emigranti dall’Inghilterra e dall’Irlanda, che hanno distrutto milioni di nativi, che vivevano quelle terre da 9000 anni, e si sono impadroniti di terre che non gli appartenevano. 

Si apprestano ora a distruggere una civiltà e un pensiero da quest’altra parte dell’oceano. 

Evidente la complicità dei politici dell’oggi. L’asservimento totale al padrone di turno. 

Dittatori peggiori dei dittatori che abbiamo conosciuto. Perché la vecchia dittatura storicamente nota, magari all’estero, una opposizione anche se clandestina l’aveva.

Troppo presto fu tolta la bandiera di chi aveva vinto la seconda guerra mondiale, sul Reichstag a Berlino, e liberato l’Europa da Hitler, è troppo presto si abbatté il muro di Berlino. 

Il mondo ancora non è preparato ad una accelerazione di processi storici. 

Su questo l’URSS di Gorbaciov ha gravi responsabilità. 

Predrag Matvejevic fu un intellettuale, scrittore, storico della vecchia Jugoslavia di cui andava fiero. Professore alla Sorbona a Parigi e poi a Roma. Fu amico dei dissidenti Sacharov e Solgenitsin e prese fermamente posizione contro quel sistema sovietico. 

Un giorno mi disse che Marx era tutt’altro di quello che i media esprimevano. 

Condivisi il pensiero del maestro. Negli anni del Liceo molti mesi trascorsi a studiare Marx. 

Matvejevic si definiva un marxista dell’umanesimo. Marx è anche un umanista. Marx si rivolge agli ultimi della terra. 

Matvejevic non condivideva assolutamente questa Europa. La condannava per le posizioni prese nella guerra in Bosnia. A Sarajevo l’Europa non ha più una morale, mi disse. 

Questa Europa, quella delle banche e dei signori delle guerre, del colonialismo e del neocolonialismo, delle lobby finanziarie, non è l’Europa sognata e pensata dai suoi padri fondatori. 

Chi ha deciso di appropriarsi di un’idea e farne un’altra, completamente snaturata dai suoi valori primari. Matvejevic chiamò questa Europa una Democratura. Termine coniato dallo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano. La Democratura sta a indicare una democrazia manifestata con elementi dittatoriali e oligarchici. 

Bettino Craxi finì i suoi giorni a Tunisi in esilio.Fu accusato e condannato per tangenti al PSI. 

Quale partito in quel sistema non era finanziato da USA e URSS, o naturalmente da grandi aziende private.

 La realtà è che Craxi, nonostante gli errori che si possono imputare, era uno statista.

 Difese l’Italia fino agli ultimi suoi giorni. Prese posizione, anche con le armi, contro gli americani nella base NATO di Sigonella. Non consegnò agli americani Abu Abbas, il guerrigliero palestinese, che sull’Achille Lauro uccise un israeliano. Non concesse lo spazio aereo agli americani per bombardare Tripoli.  

Craxi e tutto il parlamento italiano difendevano lo Stato italiano e gli interessi del popolo italiano.

Era amico di Gheddafi, con il quale l’Italia collaborava e aveva strategici interessi economici. 

Con Gheddafi Craxi condivideva il progetto di uno Stato Panarabo, inviso a Israele. 

Inoltre finanziava il Colonnello, per il questo progetto. Con tutto ciò non giustifico che Craxi in politica interna alcuni errori forse l’abbia fatto. 

Ma lentamente già allora si stavano preparando i tempi per la fine di Gheddafi, e quindi far fuori gli interessi italiani in Libia. L’Inghilterra e la Francia, e soprattutto Sarkozy, con l’appoggio degli USA, preparano la fine di quella Libia. 

La fine di Muammar Gheddafi. E l’appropriazione dello stato libico. 

Inoltre sempre in quegli anni Craxi ed Andreotti, allora ministro degli Esteri, invitarono Arafat al Parlamento italiano. E tutto questo non stava bene alle lobby finanziarie israeliane-americane, che dominano in territorio americano ed ora in Europa. 

Possiamo pensare a come è stata imbastita in Italia tutta la faccenda tangentopoli. E da dove sia partita la destabilizzazione del paese Italia, dei partiti e del PSI in particolar modo. Ma soprattutto un’altra motivazione ci fa pensare alla distruzione del PSI e la figura di Bettino Craxi. I suoi interventi, la sua ferrea volontà di contestare la nascente Europa e i parametri di Maastricht. ” L’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, nella migliori delle ipotesi sarà  un limbo, nella peggiore delle ipotesi sarà un inferno. E quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perchè la cosa più ragionevole di tutte era quella di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese, perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia, pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht.” 

Così scriveva Bettino Craxi. È ora evidente con ogni ragione.

È normale che ciò non poteva essere accettato da chi aveva organizzato e portava avanti la dissoluzione degli Stati e delle loro Costituzioni. 

Negli anni 80 Bettino Craxi arrivò a Ponza per commemorare la nascita di Pietro Nenni.

Durante la lunga preparazione nell’organizzazione dell’evento, dissi ad alcuni funzionari della Digos, che ritenevo esagerato uno spiegamento in campo di tante forze di polizia. 

Uno di loro mi prese da parte e mi disse che non dovevo fare queste affermazioni in pubblico.

Il problema sulla sicurezza del Presidente, allora Craxi era Presidente del Consiglio, era internazionale. 

Io e il prof. Vincenzo Ambrosio, eravamo vice segretario e segretario della sezione del Psi di Ponza. 

Ed avemmo un importante ruolo nella organizzazione dell’evento.

C’è un interessante documentario Rai, C’era una volta Gheddafi, che racconta, tra l’altro, benissimo i rapporti tra Craxi e Gheddafi. Tra lo Stato italiano e la Libia. 

E le vere motivazione dell’omicidio di Gheddafi. E si può trovare su Rai Play.

Anche Fausto Bertinotti, intellettuale, politico e sindacalista del PCI, e poi fondatore del partito della Rifondazione comunista, ebbe, a ragione, parole durissime sulla nascente Europa. “Non appoggeremo in alcun caso il Trattato nella sua forma attuale. Non si capisce perché i parametri debbano essere proprio il debito pubblico, il disavanzo e l’inflazione e non ad esempio la disoccupazione. 

Inoltre Bertinotti contestava l’egemonia della Germania e della Bundesbank. 

Bertinotti nel governo Prodi, contestava la Nato, che dopo la caduta del muro di Berlino, riteneva inutile la sua presenza nel Mediterraneo. 

Il problema non era più ovest-est, ma nord e sud, cioè paesi poveri e paesi ricchi. 

 Zygmunt Bauman è un filosofo. Ha parlato della società liquida dove l’uomo deve aggregarsi per non perdere la sua identità. Anche Bauman è preoccupato su questa Europa. “L’Europa sta perdendo il fine e l’identità per cui è nata. Quei principi di libertà, democrazia e giustizia sociale.” 

Per Noam Chomsky, linguista, scienziato, saggista e accademico statunitense, professore al Massachusetts Institute of Technology, le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perché sono decise da burocrati e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. 

Ma chi ci sta dietro a questi burocrati? In Italia, dice Chomsky, la democrazia è scomparsa quando vanno al potere gente come Mario Monti e Mario Draghi che vengono messi dai burocrati di Bruxelles, mentre il popolo vota altro. 

In Europa, dice Chomsky, tira brutta aria. Sembra di stare in un clima da prima guerra mondiale. 

In Europa comandano i padroni dell’umanità. 

La politica democratica ha cessato di resistere, spianando la strada alla dittatura incondizionata dei poteri forti, economici e finanziari, che ormai dettano le condizioni della nostra vita pubblica. 

Ancora Chomsky in una intervista continua: “L’unione europea è costruita in maniera da limitare la partecipazione popolare. C’è addirittura una cosa che ha molto sorpreso la destra americana: l’indipendenza totale concessa dall’Unione Europea alla Banca centrale europea, incaricata di mettere in atto certe politiche, per esempio di controllare l’inflazione. Gli investitori, infatti, non vogliono sentir parlare di inflazione. È vergognoso il comportamento dell’Europa nei confronti degli emigranti tutti. Ma gli immigrati non c’entrano con le problematiche politiche dei singoli stati. Gli emigranti migliorano lo stato dell’economia: lavorano, pagano le tasse, in qualche caso investono. Per questo è inquietante che in paesi europei come la Germania, dove il tasso di migranti è alto, il razzismo invece di diminuire, aumenti”. Per Chomsky, “il neoliberismo che domina la dottrina tecnocratica di Bruxelles è ormai un pericolo planetario. Il fanatismo del “libero mercato” come via naturale per un’economia sana poggia su un dogma bugiardo e clamorosamente smentito: senza il supporto pubblico (in termini di welfare e di emissione monetaria) nessuna economia privata può davvero svilupparsi. Oggi il neoliberismo si configura come un grande attacco alle popolazioni mondiali.” 

Infine José Saramago, scrittore e poeta portoghese, premio Nobel per la letteratura.  

A Saramago sono particolarmente legato per il tempo vissuto a Lisbona. Lui e Pessoa furono le guide.  Saramago scrive persino un libro. La zattera di pietra, dove auspica che la penisola iberica si sposti verso sud.  A sud dell’oceano atlantico, e trascini con sé tutta l’Europa. 

L’Europa smettesse di essere il continente egoista che è stato fino ad ora. Dandosi una più forte e nuova dimensione nella propria cultura e nella storia. L’Europa deve essere nel mondo, guida alla difesa dei valori umani, riconoscimento dei diritti dei popoli. Una nuova speranza per l’uomo. 

Dobbiamo dire oggi, che tutto ciò che hanno pensato e detto sull’Europa questi uomini, è vero da tempo, e si stanno avverando gli effetti sulle popolazioni. 

L’inferno è arrivato, e le fiamme si stanno sviluppando, e aumenteranno sempre di più. 

Oggi sono tanti gli intellettuali, gli storici e soprattutto i filosofi che denunciano questo stato d’essere Europa. 

I politici no, perché i politici non ci sono. Non ci sono più i politici, non ci sono più gli uomini che fanno politica. Se ci fosse Platone o Pertini, al posto di Mattarella, caccerebbe tutti i retori e i sofisti per il bene dell’uomo, per il bene delle polis. 

Metterebbe i filosofi ad educare il popolo alla conoscenza. 

Rimpiango gli anni di Almirante e Berlinguer, di Moro e Nenni, di Pertini, Saragat e Fanfani e tutto quell’arco costituzionale, fatto da storici, filosofi, professori universitari. 

Rimpiango i giornalisti veri, i magistrati veri e gli uomini di Stato. 

Persone perbene con una grande cultura dello Stato e della democrazia. 

La grande Italia, la Repubblica democratica, potenza istituzionale ed economica, nasce e si consolida in quegli anni. 

Ed è, non a caso, il primo governo di centro sinistra, con quei grandi uomini di Stato, che furono Amintore Fanfani e Pietro Nenni, a dare una scossa sociale e strutturale alla Repubblica italiana.

Una politica che portò benessere, e soprattutto poté garantire la democrazia. Il modello Italia veniva studiato dagli altri paesi europei. Un modello che vedeva lo Stato protagonista centrale nell’economia, che ci condusse tra le grandi potenze economiche. 

La Costituzione italiana ancora oggi viene presa a modello dagli Stati di tutto il mondo. 

Ma che il faccendiere di turno, lo Zaleski messo in a decidere per altri, per di più neanche votato dal popolo, tenta di demolire. 

Il filosofo Massimo Cacciari dà ai media lunghe interviste sulle sue preoccupazioni in questa Europa. Mettendo a nudo e denunciando le sue politiche e le lacune. 

Una politica occasionale che lascia ai tecnici e ai burocrati ogni decisione sociale ed economica.

Una politica senza grandi progetti per una società Europa che si vuol costruire. 

Umberto Eco diceva che solo la cultura può unire i popoli europei. Ed evitare guerre e lacerazioni. 

Il regista Costa-Gavras, autore di opere cinematografiche tra cui Z-L’orgia del potere, Missing, dice che questa non è più l’Europa che ha sognato da giovane e per cui si è battuto. 

Ormai questa Europa pensa solo agli affari per pochi. 

Giorgio Agamben è un filosofo. A riguardo di questa Europa così scrive: “Un’Europa che pretende di esistere su una base esclusivamente economica, lasciando da parte le parentele reali di forma di vita, di cultura e di religione, mostra oggi tutta la sua fragilità, proprio e innanzitutto sul piano economico. Qui la pretesa unità ha accentuato invece le differenze e ognuno può vedere a che cosa oggi si riduce: a imporre a una maggioranza più povera gli interessi di una minoranza più ricca, che coincidono spesso con quelli di una sola nazione, che sul piano della sua storia recente nulla suggerisce di considerare esemplare. Non solo non ha senso pretendere che un greco o un italiano vivano come un tedesco, ma quand’anche fosse possibile, ciò significherebbe la perdita di quel patrimonio culturale che è fatto innanzitutto di forme di vita. E una unità politica che pretende di ignorare le forme di vita, non solo non è destinata a durare, ma, come l’Europa mostra eloquentemente, non riesce nemmeno a costituirsi come tale”. 

Evidente che la una sola nazione, Agamben si riferisce alla Germania della Merkel. 

Ebbene io ai tempi del disastro greco mi trovavo ad Atene. Erano i giorni della troika ( Draghi). 

Ho visto scene che la mia mente, in questa civiltà moderna, mai poteva immaginare, e ne ho la forza giusta di scrivere. 

Dico solo che nessun Dittatore poteva ridurre l’uomo in quello stato.

E poi leggevo che la Merkel chiedeva di barattare il debito greco con i monumenti di Atene.

Immaginiamo un tedesco che con la sua lingua spiegava ai turisti sull’Acropoli. 

Pericle sarebbe uscito dalla tomba. Gli Dei si sarebbero rivoltati dalla loro acquiescenza. 

E come se uno dicesse a un tedesco, avete perso la guerra, avete ridotto l’Europa ad un cumulo di macerie, che ancora si pagano le conseguenze. 

Nel vostro sangue allora non esiste il DNA della democrazia. 

A questo punto penso che un sistema dittatoriale è peggio di un solo dittatore al comando. 

Un solo dittatore può avere un’opposizione, un sistema mette in condizione il sistema stesso di non avere un’adeguata opposizione. Distrugge la libertà dal di dentro, lentamente. 

Non so che idea della democrazia abbiano i così detti tecnici del sistema Europa, ma tutto mi fa pensare che non è lontana da quella del più famoso suo non lontano predecessore. 

Rimpiango la Germania della socialdemocrazia di Willy Brandt. 

A me a scuola hanno insegnato che la democrazia non è la dittatura della maggioranza. 

E la minoranza va sempre garantita di ogni diritto inalienabile. In una democrazia, è l’uomo che va garantito ad una vita di giustizia. Ogni uomo deve pur mangiare e vivere. 

In democrazia la Repubblica non è dello Stato, ma appartiene al popolo sovrano. 

Lo Stato è l’insieme dell’organizzazione che il popolo si è dato, per una vita di godimento in tutti gli aspetti. 

L’uomo deve essere felice e lo stato deve provvedere alla sua felicità e benessere. 

E se questo non avviene, la colpa è solo degli uomini che in questo stato governano le leggi. 

Allora questi uomini vanno cacciati. 

Sandro Pertini ancora una volta viene in nostro soccorso quando dice che se un governo non fà quello che dice il popolo va cacciato via anche con mazze e pietre. 

Fidel Castro in un discorso a Ginevra ammonisce gli Stati Uniti sugli accordi commerciali con l’Unione europea per l’embargo a Cuba, Libia e Iran. 

Affamerà i popoli, toglierà loro ogni speranza di vita. 

Ecco che l’Europa cosiddetta democratica è complice delle politiche aggressive e guerrafondaie degli Stati Uniti. 

Vietnam, paesi del centro America, Afghanistan, Libia, Iraq e Iran, ed ora Europa, terra di conquista. 

Dove arriva l’America il mondo trema, l’uomo trema. La vita è resa difficile. 

Hanno 300 anni, 280 passati a fare guerre, anche tra di loro. 

Vedo solo macerie, insoddisfazioni, problemi e dolori. Molti dolori, fame e abbandono. Uomini in difficoltà. 

Due presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella che avvallano decisioni politiche imposte da Bruxelles e da Washington. 

Decisioni contro il volere del popolo italiano che democraticamente attraverso un libero voto aveva scelto altro. 

Governi portati avanti con uomini della finanza e non della politica. Partiti politici asserviti al potere finanziario che si muovono nel peggiore dei teatri di marionette. Attori come buffoni di corte. 

Poteri dello Stato non più al servizio del popolo ma servi di un medioevo finanziario e speculativo sulla pelle degli uomini. . 

Istituzioni debellate della democrazia sotto il controllo dei signori del potere. 

Politici tuttofare, faccendieri, venditori di bibite fatti ministri, giornalisti compiacenti, giornalisti in carriera con tessere, cani da guardia del capitalismo finanziario per un nuovo ordine mondiale, uomini servi nei media, militari, sindacalisti inutili agli interessi della classe operaia, religiosi,  organi di stampa militarizzati. Tutti li vedo come in marcia vestiti di nero, che avanzano in silenzio e circondano la democrazia. E la Massoneria a dare i comandi. 

Lentamente penetrando nelle istituzioni democratiche le svuotano,  rendendole insufficienti e inefficaci a garantire la volontà popolare. 

Forme imperialiste bussano alla porta del popolo. 

Che idea mi faccio dopo questi pensieri. Che conclusioni devo trarre.

Penso che dovunque interviene il sistema America, direttamente o indirettamente, è solo il denaro che fa muovere il desiderio americano. 

Come nella cinematografia di Michel Cimmino, la cultura americana è l’organizzazione di una società violenta e iniqua, che non lascia libertà al destino dell’uomo, ma lo disegna ai bisogni del sistema. 

Altro che democrazia. Gli Stati Uniti, partendo da Truman, la loro politica si è manifestata e si manifesta ribaltando governi democraticamente eletti. Hanno finanziato dittature, e sistemi politici criminali. Questo lo dice la storia contemporanea, e non un comunista. 

Se in America ci sono stati movimenti culturali, è solo la California che ha dei meriti. 

Ma anche lì, quelle forme di pensiero nate nella università di Berkley, furono importate dalla scuola di filosofia di Francoforte.

 In America ci sono stati grandissimi scrittori, grandi geni della pittura, dell’arte della musica,ma quelli appartengono al mondo, a tutti gli uomini. 

Non può essere un vanto per una qualsiasi nazione dare i natali ai grandi dell’arte o della letteratura. Questi uomini, ovunque nascono e vivono, appartengono ad una sola razza, quella umana.

 Non hanno patria, non hanno nazione. La loro patria è il mondo.

 O il socialismo o il mondo finirà. Sarà una catastrofe finale. 

Fu Rosa Luxemburg a pensare, o socialismo o barbarie. 

 Alle leggi ingiuste si disobbedisce, l’uomo deve osare ribellarsi del forte contro il debole. 

Ponza, l’isola amata, come tutte le altre isole, pagherà un prezzo altissimo in questa democratura europea dei nuovi padroni del mondo.

Rischia di scomparire dalle sue radici. E non basta essere ricchi per rimanere vivi.

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