Correva l’anno 1959 quando don Luigi. Dies, u paricchiane, ideò il Primo Festival della Canzone Ponzese.
Poiché ormai a Ponza sono poche le persone che si ricordano di questo evento, abbiamo pensato di raccontarlo anche attraverso l’ascolto di molte delle canzoni che parteciparono a quella prima e unica edizione andata in scena nell’estate di quell’anno.
Operazione che possiamo fare grazie a un prezioso CD del 2010, musicato da Nino Picicco, su partiture cercate e trascritte da Tonino Esposito, con le voci di Francesco De Luca, Antonio De Luca e Tonino Esposito. Una vera chicca!
L’idea del Festival nacque nel gennaio di quell’anno – probabilmente sulla scia del Primo Festival nazionale della canzone Marinara, che l’anno prima (1958) ebbe luogo nella vicina isola d’Ischia.
Le canzoni del Festival furono tutte scritte da DIES, che si firmava Elicrisio da Ponza
Cominciamo la serie proponendovi l’ascolto di O MANO PICCOLA, canzone “profana” composta (parole e musica) da Mons Luigi Maria Dies. Suona Nino Picicco, cantano: Francesco De Luca, Antonio De Luca e Tonino Esposito:
O mano piccola
Quella tua piccola (bianca)mano che accarezza,
lieve e innocente, il capo mio pensoso
come l’onda mossa dalla brezza
in un meriggio caldo(CALMO) e luminoso.
L’onda non stanca, torna e poi si parte (RIPARTE)
Ed al ritorno suo splende la riva,
proprio come la mano tua, con arte,
i miei pensier costringe alla deriva:
o mano candida,(PICCOLA)
dono sovrano
il cuore umano
possiedi tu
se sfuggo come sauro senza morso,
se impenno scavezzo senza freno,
quella tua man mi stringe, ed il rimorso
suscita, in fondo, e a me torna il sereno.
Sei come l’onda che offre alla bufera
Il volto suo, contenta e si strapazza.
Se non lambisce arena, alla scogliera
Costringe il vento e frange il mar che impazza….
o mano candida,(PICCOLA)
MORSO sovrano
il cuore umano
SOL DOMINI (DOMi) tu
“Le preoccupazioni della vita si stemperano nel caldo abbraccio della famiglia. come una semplice carezza possa spazzare via le preccupazioni e allontana i brutti pensieri. La carezza della propria donna può far ritornare in se l’uomo in preda all’ira e alla rabbia, lo calma e lo rende docile. Nel testo la sposa e paragonata anche ad un’onda del mare che confiarsi al soffio del vento, ma alla fine riesce ad imbrigliarlo e a infrangersi sulla scogliera” (L.D)
Ci sono alcuni piccoli adattamenti nel testo rispetto alla versione autografa, probabilmente oggetto di revisioni successive. La canzone fu composta per il Gran Festival di Ponza nel 1959, col titolo definitivo di “O mano piccola”. Quello iniziale era “La tua piccola mano” di cui abbiamo il testo, diverso da questo, ma che si adattava comunque allo spartito.
testo autografo per gentile concessione di Mirella Romano: