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DECAMERINO Giorno 15° - Da un porto con amore - Racconto - Ass. Cala Felci

DECAMERINO Giorno 15° – Da un porto con amore – Racconto

Siamo al quindicesimo giorno di questo nostro Decameron in tempo di Corona Virus – Oggi vi proponiamo un bel Racconto di Gabriella Nardacci, tratto dalla raccolta “Racconti del porto”.  Il libro è reperibile a Ponza presso la libreria Il Brigantino o l’edicola da Ricciolino, oppure rivolgendosi direttamente all’ASSOCIAZIONE CALA FELCI. BUONA LETTURA

                         

                                            DA UN PORTO CON AMORE

Gabriella Nardacci     

 

La sarta ha rimandato l’abito da sposa. È lì, attaccato a un gancio del soffitto. Ondeggia alla lieve brezza del mare che entra timida dalle persiane socchiuse. È già crepuscolo inoltrato. Marianna, attraverso le persiane socchiuse, osserva il porto ancora pieno di luci e di vita, con le barche che si cullano sulle acque scure e il traghetto pronto per l’ultima corsa verso un altro porto. Dalla strada sottostante, raramente, passa una macchina e i fari inviano getti di luce sull’abito bianco che diventa un fantasma che si muove ondeggiando lentamente e quasi fa paura e soggezione.

Oggi è giovedì. Domenica è vicina.Domani arriverà un gruppo di attori e musicisti per la festa del patrono del paese. Marianna si butta sul letto e rimane nell’oscurità con gli occhi spalancati e sognanti. Si muove inquieta: si mette supina, poi su un fianco e poi sull’altro e poi a pancia sotto e poi si alza e danza a piedi nudi, lenta e leggera nella sua camicia da notte di lino. Va sotto il vestito da sposa e, alzando le braccia, allarga l’abito e gira con esso che si apre tutto come un fiore. Ora lo annusa e lo sente impregnato di odore di vaniglia e di latte e di agrumi. Sono due giorni che si preparano dolci in casa. Servono per il rinfresco della mattina di domenica. Arriveranno i parenti e dovranno far colazione. Gli odori dei dolci sono penetrati dappertutto: tra le coperte, dentro gli armadi e anche sulla pelle.

Giorgio oggi ha sprofondato il suo viso tra i seni di Marianna. -Mi fai venir fame con l’odore di dolci che hai …

Marianna ha saputo conservare per Giorgio la sua verginità ma sa come farne dono. Sotto l’abito da sposa, domenica mattina, non indosserà le mutandine e quando uscirà dalla chiesa, girerà su se stessa e l’abito si aprirà e tutti vedranno che donna è e com’è in grado di far impazzire suo marito.

-Oh Dio mio! – diranno – ma che screanzata! Senza mutande e con l’abito bianco! Marianna ride divertita. Ma che se ne vadano tutte al diavolo, comari e comarelle, donnine senza passione. Ma sa che un tale gesto farà piacere a Giorgio. Domani sera in piazza ci sarà la festa. Arriverà un gruppo. Giorgio porterà Marianna in piazza e tutti diranno che è la sposa di domenica prossima e lei ballerà così bene che tutti la guarderanno e invidieranno Giorgio che domenica sera avrà la fortuna di andare a far l’amore con quella bella figliola ancora vergine.

Marianna si addormenta serena e si sveglia che è mattina presto. L’abito da sposa è davanti a lei, in tutto il suo candore. Apre le persiane e il porto appare ancora addormentato nei suoi fiochi lampioni che sembra facciano a pugni con la luce del mattino che vince su di loro, Eccolo il mare e i gabbiani planano argentei sulle acque increspate. Il traghetto avverte i passeggeri ch’è ora di andare. Il peschereccio di Armando si vede in lontananza che ritorna al porto e già ci sono i compratori di pesce ad aspettarlo. I botti dei mortaretti annunciano la festa del patrono e la banda del paese comincia ad accordare gli strumenti. Tra poco comincerà il giro del paese e Giorgio sarà in prima fila col clarinetto.

Marianna scende in cucina. La mamma ha già preparato la colazione. Cioccolato caldo e pan di spagna. I giorni della settimana che precedono la domenica sono giorni di festa in casa degli sposi. La sposa, in particolar modo, è tenuta in alta considerazione e lontana dalle faccende di casa. Per una settimana è una regina che fa soggezione.

Eccoli i maschi sposati: tutti in piazza a giocare alle carte.Eccole le donne sposate: tutte in casa, grasse e innamorate dei divi delle telenovelas. Ma sembrano contente così.I loro mariti apprezzano la loro cucina e a letto se le prendono come e quando vogliono e il sabato sera le portano a ballare. La vita è tutta qui. Semplice e genuina. C’è tutto: lavoro, amore e sesso, semplicità e vita sociale e quando occorre c’è un po’di vino che non guasta mai e che aiuta a realizzare i sogni cacciati via dalla realtà. Marianna è malinconica nel pensare queste cose. A lei non succederà niente di tutto questo. Sarà moderna. Indosserà la biancheria intima più raffinata e non ingrasserà e andrà in vacanza in montagna e qualche sera si farà portare al cinema o nel bar di Nino, al porto, dove sorseggiare una birra e vedere la notte scendere sul porto e sul mare. Marianna pensa mentre beve il cioccolato caldo.

Canta mentre fa la doccia … canta mentre si trucca e poi di corsa, con i capelli ancora bagnati, giù per la strada ad aspettare la banda per strizzare l’occhiolino al suo bel Giorgio con il suo cappello sulle “ ventitré ” e la camicia bianca e la cravatta blu. Infine tutti, allegri e festosi, dietro la banda fino al porto per salutare chi torna per la festa del patrono, chi arriva per il matrimonio di domenica e chi viene per fermarsi per sempre. Eccolo il suo bel Giorgio. È in prima fila. Si guardano e sono fieri l’uno dell’altra. Marianna pensa che non avrebbe potuto veramente chiedere di più alla vita: bella, innamorata e vergine. Una sposa “come si deve”. La banda intona “Rosamunda”, Marianna e le amiche accompagnano il ritmo battendo le mani e poi tutti dietro la banda cantando, verso il porto.

La nave è arrivata e i passeggeri scendono.Ecco i parenti dello sposo e poi zio Ernesto e zia Alina. Marianna, contenta come una bambina, va loro incontro e li abbraccia con trasporto. E’ arrivata Marta, ex suora, insieme con un signore distinto che si dice essere suo compagno. -Forse si stabiliranno qui- dicono e Marta è già stata perdonata. Il tempo ha contribuito al perdono per quella suorina che all’improvviso ha voluto uno sposo concreto. L’amore l’ha resa donna pur conservandole un alone di misteriosa bellezza che contraddistingue le suore. Ci sono anche il nuovo maresciallo dei carabinieri con la moglie e le sue due figlie. Si stabiliranno qui per qualche anno.Sono venuti ad accoglierlo il sindaco con la giunta comunale, il parroco e il brigadiere Giusti con l’appuntato Fagiani.

La banda suona festosa.

Ludovico, con i suoi palloncini, si è posto all’angolo. I bambini frignano e le mamme comprano il palloncino da Ludovico e lo zucchero filato da Marcella. Ora scende una signora con una bella bambina che Marianna guarda incuriosita per la somiglianza con qualcuno che conosce. La signora e la bambina si avvicinano a Marlene, la ragazza che da cinque anni abita nella casa isolata del porto. Marlene abbraccia commossa la signora e poi prende in braccio la piccola e le bacia il viso, le manine e i capelli. Nessuno conosce a fondo la storia di Marlene. Si sa soltanto che, circa cinque anni fa, è arrivata dalla Romania. Si è fermata un anno e poi è ripartita ed è ritornata dopo qualche mese. Ogni tanto riparte per qualche mese e poi ritorna di nuovo. Da qualche tempo ha accettato anche un lavoro per il fine settimana in casa dei preti e per questo si dice che non partirà più anche perché durante la settimana lavora nella casa di riposo.

Marlene è benvoluta da tutti.

Discreta, alta, ben fatta, cammina altera quando si reca al lavoro e non dà confidenza a nessuno. Si pensa sia una brava ragazza.La banda continua a suonare e le ragazze strillano quando vedono scendere dalla nave il gruppo che stasera reciterà e canterà in piazza. Poi la banda accompagna le maestranze verso il centro del paese. Allora tutti si girano e si avviano verso casa. Marianna è ancora lì che guarda Marlene che, con la bimba in braccio e la signora al fianco, cammina verso la casa sulla spiaggia del porto. Il leggero venticello scompiglia i lunghi capelli neri di Marianna, che il sole ha finito di asciugare. Il vestito a fiori l’avvolge e si stringe intorno al corpo scolpendole le gambe tornite e sode. Il mare canta sottovoce e ogni volta che l’onda accarezza la riva, sembra schiarirsi la gola. Fabrizio è davanti a lei. – È bello come un principe- pensa Marianna. Ha lo sguardo che sorride e labbra ben disegnate, i capelli neri e scomposti e gli occhi, pure essi neri, profondi e penetranti. -Chi siamo noi? – sembrano chiedersi entrambi. Si guardano come rapiti per un istante che, seppur breve, fa scorrere immagini di odori, sapori, sensazioni e colori e vi scoprono mondi infiniti e viaggi fantastici e appassionanti. E all’improvviso è davanti a lui, così vicini da sentirne il fiato sul viso. Marianna scappa via e si toglie le scarpe per correre più in fretta fino a casa. Sale di corsa le scale di casa e arriva trafelata nella sua stanza dove l’abito da sposa danza ancora e si butta sul letto, impaurita da se stessa. Un fremito. Che cosa dirà al sacerdote domani, quando si confesserà? Dirà la verità, ma poi non ha fatto niente. E allora perché si sente così in colpa? Ma pensa a quegli occhi così neri e profondi e a quella bocca troppo vicina. Perdonami, Dio mio! -Marianna! Scendi giù, c’è Giorgio- dice la mamma ad alta voce da sotto le scale. Marianna si ricompone, si guarda allo specchio ma non c’è niente che possa svelare qualcosa. Sono solo ragazzi sfacciati, che vengono dalle città, questi artisti. Sono abituati ad avere tutte le ragazze che vogliono. È Giorgio il suo innamorato, è serio e dopodomani la sposerà e le farà partorire quattro figli, perché così desidera lui. E se poi ingrasserà, a Giorgio piacerà lo stesso. Giorgio le dice sempre tutte queste cose e lei si rassegna a pensare che in fondo poi la vita è la stessa di tutte le altre di quel paese e che va bene così, senza mettersi troppi grilli per la testa. Non ha avuto bisogno neanche di attraversare il mare qualche volta. Dal porto ha visto solo e sempre le partenze e gli arrivi degli altri. Che bisogno avrebbe avuto di andare oltre quel mare? Il porto era ed è l’attracco giusto per lei. Marianna ha solo vent’anni. Da sposata potrà andare anche oltre quell’orizzonte. -Facciamo una passeggiata, vuoi? Marianna e Giorgio si baciano davanti al mare e parlano delle nozze e della luna di miele che non si potrà fare perché i soldi servono per arredare casa. -Ti dispiace amore? L’anno prossimo andremo dove vuoi. Ma l’anno prossimo Marianna forse avrà già un figlio e con un bimbo piccolo è difficile fare il viaggio di nozze. Poi sarà grassa e dovrà allattare. Non è possibile fare il viaggio di nozze in quelle condizioni. Il sole comincia a calare e Giorgio si guarda intorno e non accenna ad andar via. Tutto comincia a colorarsi intorno di colori caldi e malinconici. In lontananza una bimba gioca davanti alla casa di Marlene e Marianna racconta a Giorgio di quell’arrivo. Anche Giorgio è più curioso del solito e fa tante domande e osserva curioso quella bambina che sprizza gioia con le sue risa quando Marlene la rincorre e la raggiunge e si buttano ridendo sulla sabbia. Giorgio osserva e prende Marianna quasi con violenza e baciandola le dice:
– Tu mi darai quattro figli, vero? Marianna, un po’ impaurita, non sa spiegarsi l’atteggiamento di Giorgio il quale si alza immediatamente. -Andiamo via, per favore, c’è troppa confusione qui! Il sole è ormai tramontato. L’orizzonte è acceso di passione e ogni cosa dipinge la sua ombra e diventa muta. La pizzeria di Gino è gremita -Guarda Marianna, ci sono gli attori! Marianna è confusa ma poi pensa che sia meglio affrontare quel pericolo per rendersi conto che è stato solo un banale incontro e che stasera la vedrà col suo fidanzato e che avrà sicuramente saputo che dopodomani diventerà sposa e non farà più nulla che possa metterla in soggezione.

Fabrizio ha la sfrontatezza di alzarsi e di andare al tavolo di Marianna e Giorgio. -Mi hanno appena detto che domenica sarete sposi. Posso offrirvi una bottiglia di champagne? Marianna vorrebbe cacciarlo via ma Giorgio lo ringrazia e gli offre la sedia. È  vicino a Marianna e accosta la sua gamba a quella di lei, premendo.
Marianna è frastornata e impaurita. Non sa cosa fare ma Giorgio apprezza la compagnia di Fabrizio che sa ben parlare e usa termini appropriati e in perfetto italiano.
Fabrizio parla dei suoi viaggi e racconta storie appassionate e parla, come se recitasse un monologo teatrale, di una donna che ha cercato e che, finalmente ha trovato e che non se la lascerà scappare perché profuma di mare e di cedro ed ha i colori caldi del deserto e del tramonto e dai suoi occhi ha intravisto la rugiada mattutina mentre i suoi capelli imprigionano il vento delle sere d’estate.

Oh santa Vergine! Cosa le sta succedendo? Il cuore batte all’impazzata che sembra uscirle dal petto. Fabrizio lascia lo champagne sul tavolo e si alza. -Devo andare, fra poco si recita. Ci vediamo in piazza. Buona serata. Giorgio è senza parole. Quel personaggio l’ha colpito, ne è rimasto affascinato e ne parla con frenesia. Marianna è stravolta. Sente ancora la gamba di lui, è ipnotizzata da quelle parole e le sembra di sentirne ancora il fiato sul viso e lo sguardo penetrante. Sente il bisogno di rivederlo e non finisce neanche la pizza per correre subito in piazza. -Dai che non facciamo in tempo! – dice a Giorgio e arrivano all’inizio dello spettacolo. Si susseguono scenette divertenti e monologhi importanti. Fabrizio è versatile e nelle poesie d’amore è struggente e lancia sguardi malandrini a Marianna. Lo spettacolo d’arte varia sta per finire e Fabrizio regala a tutti l’ultima canzone d’amore le cui parole si perdono nel temporale che stravolge la mente di Marianna tra gli applausi che sembrano pioggia incessante.

 

La serata è finita. Tutti si alzano. Domani sarà sabato. In casa di Marianna c’è da allestire la sala da pranzo con i regali di nozze e il lungo tavolo della cucina dovrà essere addobbato con tovaglie bianche ricamate e fiori e dolci. Dovranno mettere nastri bianchi per le scale e i grandi vasi di foglie verdi lucidate; sul portone zio Luigi e zia Dolores faranno un arco di fiori di lavanda e di margheritine bianche. Marianna entra in camera. L’abito da sposa è stupendo e lei sarà davvero una bella sposa. Domani confesserà a don Giacomo questo mentale e passeggero tradimento.

Guarda il suo abito da sposa con le lacrime agli occhi e lo accarezza e lo annusa. Ma è tardi. Si è fatto tardi e Fabrizio è ancora nei suoi pensieri. Ed ecco sabato. Domani Fabrizio partirà prima che lei si sposi. Marianna si prepara e si reca in chiesa e racconta tutta la verità al prete che sonnecchia nel confessionale. Un atto di dolore e la penitenza di dieci Pater nostro. Fatta.

Ora si sente pulita e a posto con la coscienza.

Le ore del sabato sembrano volare. Tutto è pronto per la festa. Tutto è tirato a lucido: pentolame, argenteria e i regali di nozze sono in mostra.

È  l’ora del crepuscolo. Arriva la camionetta del fioraio con fiori e piante.

Marianna scende in strada per prendere quei fiori che le riempiono il cuore di gioia.

Un bambino le si accosta, le dà una lettera e scappa via prima che lei possa chiedergli qualche informazione.

Marianna pensa si tratti di un biglietto augurale e distrattamente se lo posa nel reggiseno. Per ora pensa solo a sistemare i fiori, poi saluta e se ne va in camera perché domani la sposa dovrà essere radiosa e allora stanotte dovrà, assolutamente, riposare. L’aspetta una domenica da protagonista unica, nella commedia della vita e non appena Giorgio la vedrà con quel magnifico vestito da sposa e i fiori d’arancio tra i capelli, impallidirà dall’emozione.

Nello spogliarsi si ricorda del biglietto ma le basta aprire la busta per rendersi conto che si tratta di una lettera di Fabrizio.

Pensa voglia chiederle scusa per essere stato sfrontato e fare, a lei e a Giorgio, gli auguri per le nozze.

Marianna è turbata e malinconica. Dentro di sé sente che vorrebbe ci fosse scritto altro.

Cos’è quel senso di appartenenza che sente per uno sconosciuto? Un attore poi! Quale vita potrebbe regalarle?

Marianna prende la lettera e la guarda. Vorrebbe e dovrebbe strapparla ma la curiosità è grande.

– Vorrei vederti vestita da sposa prima di partire. Permettimi un ricordo d’amore. Ti aspetto stanotte vicino la casa del porto. Fabrizio.

E la notte è lì vicina con tutte le ombre e con la luna che disegna la strada per arrivare al porto.

Tutte le finestre sono spente e tutta la casa è nel silenzio totale.

Marianna prende il vestito da sposa e, con le scarpe in mano, scende le scale lentamente, attraversa la sala da pranzo con i regali di nozze in bella vista e sente il profumo dei fiori di lavanda che domani mattina presto zio Luigi e zia Dolores metteranno nell’arco sopra il portone.
Apre piano ed è in strada.

Marianna è in strada e corre a piedi nudi fino al porto.

La nave ondeggia. Una debole brezza regala l’odore del mare. La luna si specchia nelle acque e una finestra della casa di Marlene è illuminata da una luce fioca, come di candele.

Fabrizio è li, vicino alla casa, tra due barche capovolte.

Marianna arriva trafelata, lui l’accoglie a braccia aperte e lei vi si getta dentro con impeto. Non servono parole. Non ne trovano. Fra loro c’è solo l’abito da sposa.

Si baciano e lui la prega di indossare l’abito da sposa.

Sulla sua nudità Marianna indossa l’abito da sposa e lui nel vederla così bella e immacolata cade in ginocchio, davanti a lei, supplicandola di girare su se stessa.

Così la prende.

Marianna sente un dolore acuto ma non urla. È  un dolore che subito si trasforma in un piacere intenso che sembra lacerarle l’anima.

Fabrizio la bacia teneramente e la ringrazia e l’accarezza e le chiede scusa per averle fatto anche male e le sussurra le parole d’amore che lei non aveva mai sentito e che le danno quel brivido che non sa spiegare.

Il mare, la luna, Marianna e Fabrizio, il porto e una nave …

Si sdraiano sull’abito da sposa stretti l’uno all’altra di nuovo senza parlare.

All’improvviso si sentono delle voci. Marianna si alza a sedere; dalla casa di Marlene si apre la porta e si vede Marlene che bacia un uomo.

Il venticello porta qualche parola:
-… Non preoccuparti. Starà qui- dice lei.

-Verrò… posso … è bellissima la nostra bambina …- dice lui.

Neanche un senso di colpa né dolore … Solo un sorriso di pietà attraversa Marianna. Ora che la porta è più aperta, riesce a distinguere anche le persone e le viene subito in mente la somiglianza della bambina.

Giorgio. La bambina e Giorgio.

È notte alta. Fabrizio l’accarezza di nuovo.

Marianna gli dà la mano e si lascia portare via.

È l’alba del nuovo giorno. È l’alba di una domenica che il porto regala a Marianna come un giorno di partenza verso il cambiamento, una vita nuova.

Un porto sa sempre indicare all’anima se ritornare o intraprendere un nuovo viaggio.

Sul vestito da sposa c’è una macchia rossa.

La nave è già lontana verso altri lidi.d

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