di Rita Bosso –
Non dite ai bambini che il Porto ha duecentocinquant’anni.
Lo guarderebbero come un vecchio monumento e ne avrebbero soggezione.
Annuserebbero la fregatura: “Prima o poi ci toccherà studiarlo.”
Non dite ai bambini che il Porto l’ha voluto un re.
Vi chiederebbero per quale motivo il re lo abbia fatto costruire e voi non sapreste rispondere.
I bambini sanno che i re erigono palazzi per validi motivi: per rinchiudervi un orco, per viverci felici e contenti, per far schiattare d’invidia un re rivale.
Dite ai bambini che il Porto è un territorio da esplorare, i cui confini vengono spostati dalle mamme mese dopo mese, anno dopo anno: puoi arrivare fino all’orologio, poi fino alla banca, poi … poi …
Dite loro che è una grande area gioco di cui sono i padroni e dove possono scorrazzare liberamente.
Dite che la Caletta è una bagnarola in cui si impara a nuotare.
Dite che il Lanternino è un grande occhio magico che si volta dalla parte delle Forna per consentire brevi trasgressioni al buio.
Dite che il Porto è un nonno, un complice, un amico, una giostra affollata di personaggi unici, un giardino in cui si coltivano amori.
Otto volenterosi hanno provato a dirlo, raccogliendo l’invito lanciato dall’Associazione Calafelci ai primi d’agosto.
Alcuni ardimentosi hanno incoraggiato l’impresa e il volumetto RACCONTI DEL PORTO è adesso in tipografia.
Tra qualche giorno sarà nelle edicole e in libreria al prezzo di 4€, oppure possiamo spedirvelo a casa.
La presentazione avverrà a Ponza sabato 15 settembre ore 18.00 al Bluemoon, naturalmente… sul porto.