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I pennelli di Germaine - Ass. Cala Felci

I pennelli di Germaine

Estate del 1965. Giorgio Amendola era stanco, svuotato di energie; era stato un anno impegnativo: Il 28 Dicembre del ‘964 aveva lavorato duro per l’elezione di Giuseppe Saragat a Presidente della Repubblica. Furono necessarie 21 votazioni ma alla fine ci riuscirono. Un lavorìo silenzioso fatto di una fitta trama di incontri, relazioni, riunioni contro una parte del suo stesso partito, Ma  alla fine ce l’aveva fatta. Era riuscito a far eleggere il primo presidente della Repubblica socialista.  Quanta fatica gli era costata, per primo convincere molti del suo partito per i quali essere socialdemocratico era quasi peggio che essere democristiano. Ma alla fine le regione prevalse. Ma che fatica.

Germaine Lecocq e Giorgio Amendola

Immediatamente dopo questo successo Giorgio si lanciò in un tentativo di formare un partito unico dei lavoratori  mettendo insieme tutte le forze socialiste in nome del movimento operaio: PCI, PSI PSDI e PSIUP che non aveva votato Saragat. Doveva essere un partito ne Comunista ne socialdemocratico e tutti i partiti si sarebbero dovuti sciogliere. Naturalmente non se ne fece niente.  L’utopia Amendoliana non si realizzò. Il partito dei lavoratori resto un sogno nel cassetto. Erano i prodromi di quella cosa che dal centro sinistra di quegli anni  poi avrebbe portato, nel bene e nel male al famoso compromesso storico e all’avvento del PCI al governo

Dopo tutti questi impegni non poteva che essere stanco, disfatto. Oggi si userebbe il termine stressato.

Allora decise con la moglie Germane Lecocq, che era giunto il momento di tornare sull’isola che aveva visto il culmine della loro grande storia d’amore. A Ponza, dove Giorgio era confinato, si erano sposati – con cerimonia civile – il 10 luglio del 1934. La loro storia d’amore era stata intensa fin da principio. Cominciò la sera del 14 luglio 1931, a Parigi: era festa nazionale, si ballava per strada. In place Beaugrenelle Giorgio scorse quella ragazzina ventenne che, accompagnata dalla madre, usciva da un cinema: d’impulso la invitò a ballare «Fu un amore a prima vista», che durò tutta la vita (Germaine morirà il 10 giugno del 1980, solo cinque giorni dopo il suo Giorgio).

Si, Ponza  sarebbe stato il luogo ideale per liberarsi dello stress accumulato!

copertina del libro UN ‘ISOLA

Di conseguenza quel soggiorno ponzese fu assolutamente privato e senza alcuna manifestazione pubblica. Vollero però rivisitare i luoghi del confino accompagnati dai militanti locali del PCI di allora (Michele Lamonica, Temistocle Curcio, Adalgiso Coppa, Silverio “Refugina” Mazzella, ecc.) – come ci riferisce Silverio Lamonica che ebbe modo d’incontrarli. Quindi solo bagni e relax a Frontone. Ma anche qualcuno al di fuori della cerchia del partito ebbe modo di incontrare la celebre coppia. A proposito  possiamo raccontare un piccolo episodio avvenuto proprio sulla spiaggia di Frontone, grazie ai ricordi di Assunta Scotti, allora ragazzina:

Assunta Scotti col papà Totonno sul motoscafo

“Anche quella mattina sbarcammo  sulla spiaggia di frontone col nostro motoscafetto in mogano nuovo, dotato di un motore fuoribordo, che proprio quell’anno papà, il maestro Scotti, aveva acquistato dalla Motonautica “La Bussola” di Roger Crovetto. Mentre papà e mamma si sistemavano sotto l’ombrellone, notai a poca distanza da noi una bella signora bruna con i capelli ricci intenta a dipingere. Al  suo fianco era disteso al sole un signore che sembrava dormisse col viso coperto da un cappellino bianco. Incuriosita  mi avvicinai per vedere il quadro da vicino.

Si trattava di un paesaggio della zona dalle parti del Fortino. La signora mi guardò e mi sorrise, facendomi capire che la mia presenza non la disturbava affatto. Incoraggiata da quel sorriso mi sedetti vicino a lei e rimasi a guardarla affascinata mentre lei continuava a dipingere. Ad un certo punto notai che non usava dei normali pennelli ma dei ciuffetti secchi di alghe, che noi in dialetto chiamavamo  strepponi. Erano il risultato dell’azione del sole su le grandi quantità di posidonia che il mare durante le mareggiate sradicava dal fondo e portava a riva (stracquava). Questi  “ciuffetti” si trovavano abbondanti sulle spiagge. Quella mattina, dopo una passeggiata lungo la spiaggia, la pittrice ne aveva raccolti molti di diverse dimensioni che teneva allineati  in ordine di grandezza vicino alla tavolozza.  Si,  in effetti sembravano proprio pennelli, pensai un po’ stupita. Ne avevo visti a migliaia di quei ciuffetti di alghe, ma mai avevo pensato che potessero essere utilizzati come pennelli per dipingere.

Il pennello di posidonia

Me lo fece scoprire quella che poi seppi essere Germaine Lecocq, la moglie di  Giorgio Amendola. Germaine dipingeva per diletto e non è mai diventata una pittrice famosa, ma certo ha inventato una tecnica pittorica nuova: lo streppone di posidonia.

Dopo un certo tempo, il signore che era disteso al sole si alzò e andò verso il mare per bagnarsi. Era Giorgio Amendola! Mio padre Totonno, lo riconobbe, si avvicinò e cominciò a parlare con lui e la signora. Non ricordo cosa si dissero. Ricordo solo che papà gli offrì un passaggio e tornarono con noi al porto col nostro motoscafo nuovo.”

vedi anche:

https://laviadelconfinodiponza.blogspot.com/2021/05/germaine-e-gli-strepponi-di-posidonia.html

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