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Il Pino di piazzetta Dragonara - Ass. Cala Felci

Il Pino di piazzetta Dragonara

 

Vedere su fb la piazzetta della Dragonara (ora piazzetta Adalgiso Coppa) senza il suo caratteristico Pino (con la P maiuscola), per me è stato un colpo al cuore. Forse sarà l’età, ma ho quasi pianto.

Quanti ricordi legati a quella piazzetta col Pino. Le interminabili “battaglie” tra il gruppo di ragazzi della Dragonara contro quelli degli Scotti. Molti di loro purtroppo non ci sono più (Sem Coppa, Antonio e Salvatore Scotti), ma a me sembra di vederli ancora correre urlanti e felici intorno a quel Pino, mentre ce le davamo di santa ragione giocando alla nostra “guerra” pomeridiana. Ricordo don Salvatore Tagliamonte e la mamma che ogni tanto dovevano intervenire per medicare qualche testa rotta da un colpo vibrato con più foga del dovuto. Le sorelle Rivieccio che si chiudevano in casa terrorizzate da quella turba di ragazzi piuttosto vivaci che  invadevano la piazzetta, per consumare il rito e il mito dei “Ragazzi della via Paal”.  E che dire di zia Maria Zecca che non mancava quasi mai di tentare di raffreddare i nostri bollenti spiriti col lancio dalla sua finestra di bacili d’acqua fredda, accompagnati da coloriti insulti a noi e alle nostre mamme. Oppure di Antonietta, la moglie di Adalgiso, che si affrettava a chiudere il cancelletto verde di legno del suo cortile, per impedirci di andar a far danni nella sua proprietà. Ogni tanto, richiamata da qualche sasso che colpiva la sua finestra a piano terra, si affacciava anche la maestra Margherita Sandolo, che però si limitava a urlarci: “Buiaccioni, jatevenne a scassà ‘e feneste de’ case voste”. Più in là, c’erano Gottardo e Aniello Coppa, che essendo più grandi non partecipavano alle nostre battaglie, ma erano tra quelli che ogni tanto cercavano di coprire o minimizzare le nostre frequenti intemperanze giovanili. Dall’altro lato, verso il Canalone, la maestra Olimpia e la maestra Civitina, erano meno coinvolte, ma sempre vigili ci tenevano d’occhio perché non si poteva mai sapere quello che avremmo potuto combinare.

Nostalgie, ricordi di un passato lontano, legate al Pino di piazzetta Dragonara, piantato da Adalgiso Coppa nel 1940.

Ora però, dopo 80 anni, il Pino è morto. Richiudiamo i ricordi nel loro scrigno polveroso e pensiamo ad un nuovo inizio. Non sapremo mai se è stata una morte naturale o una morte assistita, ma a questo punto conta poco saperlo. Si sa che spesso i pini, per quanto belli, nei centri abitati a volte possono creare problemi per via delle loro radici, forti e superficiali.

La fu piazzetta Dragonara o piazzetta del Pino, oggi piazzetta Adalgiso Coppa, che quell’albero aveva piantato, non può rimanere senza il Suo Albero. Sarebbe un oltraggio al buon gusto, all’estetica, alla tradizione e soprattutto ad  Adalgiso.

Sono fiducioso che non ci saranno oltraggi.

Franco Schiano

 

 

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